Napoli ha pianto e piange ancora per la scomparsa del “Nero a metà” ed ora piange per la scomparsa de “‘O nir’” alias James Senese, padre della Neapolitan Power.
“Sono figlio di un soldato americano nero e di una donna napoletana. – dichiarò James Senese tempo fa – Non sapevo chi fossi, poi ho capito: sono entrambi. Sono il suono di due mondi. Mi chiamavano “’o nir”, e pensavano fosse un insulto. Io l’ho trasformato in orgoglio, in ritmo, in vita, essere nero, per me, è portare dentro una storia di dolore e di luce. Io sono un nero napoletano. E questo non è un problema: è la mia verità. È sapere che la pelle parla, anche quando stai zitto. Io sono un napoletano nero. Sono figlio del sangue e del mare.“
Nato nel 1945, Senese è stato tra i fondatori di due band storiche della musica made in Naples: gli Showmen, insieme all’amico Mario Musella, e in seguito Napoli Centrale, il gruppo nel quale mosse i primi passi un giovanissimo Pino Daniele. In seguito Senese proseguirà con un’apprezzata carriera solista e numerose collaborazioni internazionali.

Il celebre sassofonista, considerato il padre del Neapolitan Power, si è spento all’età di 80 anni circondato dall’affetto di familiari, amici e colleghi, a seguito delle complicanze di una infezione polmonare che in settembre lo aveva costretto al ricovero all’ospedale Cardarelli.
Tra questi Enzo Avitabile, il primo a dare la triste notizia attraverso i social: “Non bastano parole per un dolore così grande ma solo un grazie! Grazie per il tuo talento, la dedizione, la passione, la ricerca. Sei stato un esempio di musica e di vita. Un amico per fratello, un fratello per amico. Per sempre.”.
L’inconfondibile sound del musicista, basato su un mix di rhythm and blues e jazz, ha influenzato intere generazioni di artisti, nel solco di una libertà creativa che non è mai scesa a compromessi commerciali.
Diverse le incursioni anche nel mondo del cinema, dai cult di repertorio “Blues metropolitano” e “No grazie, il caffè mi rende nervoso”, ai più recenti “Passione” e “Dadapolis – Caleidoscopio napoletano”.





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